Common Sense – 3 – Le insensatezze quotidiane sul terrorismo islamico

di Mario Giardini

Bruxelles“Non serve fargli la guerra”

Se qualcuno vuole ammazzarti, o lo affronti, o scappi. Se scappi, devi augurarti di non essere raggiunto. Perché sennò, hai lo stesso problema di prima. Se dopo essere scappato, ed essere stato raggiunto, lo affronti, l’unica possibilità di cavartela è di usare, con tutti i mezzi a tua disposizione, una forza maggiore di quella che può usare lui contro di te. Non la vuoi chiamare guerra? Chiamiamola Luigino. Ma si faccia in modo di spegnere l’incendio prima che diventi impossibile.

“Contro un nemico invisibile non serve la violenza”

Ammesso e non concesso che sia un nemico invisibile (per me è solo un nemico nascosto), non per questo puoi rinunciare alla forza, quando è necessaria.

“Va combattuto con la Cultura (copyright Renzi)”

Trovo difficile pensare che uno che sgozza, rapisce donne riducendole schiave, consegna una pistola a un ragazzino di 10 anni per sparare alla testa di una “spia”, addestra i propri figli all’odio, venga convertito alla convivenza pacifica semplicemente acculturandolo. Ce lo vedete uno di questi incappucciati chino su Dante o alle prese con la teoria quantistica? Ci vuole una buona dose di imbecillità, o di disonestà intellettuale per crederci. Ma anche ammesso di vincere la battaglia della cultura, quanti lustri ci vorranno? La guerra che ci hanno dichiarato è qui, ora, e fa morti, feriti, e mutilati continuamente. Ma per favore, piantatela con le cazzate.

“Il problema non è l’Islam, molti di questi che hanno agito in Europa sono nati in Europa. Serve più integrazione”

Il fatto che molti di questi attentatori siano nati in Europa, e siano la terza generazione di islamici insediati da noi, dimostra solo il fallimento dell’integrazione. Si può farla funzionare? E come? Rinunciando ancora più marcatamente a tutto quello che siamo, culturalmente, filosoficamente, giuridicamente? Ci sono delle culture che, semplicemente, sono immiscibili. Quella occidentale odierna e quella islamica odierna lo sono certamente. Ma il politicamente corretto vieta di prenderne atto e di agire di conseguenza.

“Serve uno sforzo da entrambe le parti”

Sono cresciuto in Argentina, da emigrante. Quindi personalmente non posso essere contro l’immigrazione. Ma quando due modi di vita sono antitetici, è l’ospite a dover rinunciare a parte delle sue credenze, del suo stile di vita e dei suoi tabù. In particolare, quando non è stato chiamato, ma si è fatto ospitare a forza, entrando in casa tua o bussando con insistente arroganza.

Sono pochi manipoli di fanatici armati fino ai denti da noi, addestrati da noi, guidati da capo carismatico messo da noi. E poi non dimentichiamo che reagiscono alle guerre di Bush, Sarkozy, ecc”

Gli islamici, soprattutto arabi, ma non solo, hanno dimostrato sempre, in tutta la loro storia, di cavarsela benissimo da soli, e alla grande, nell’ammazzarsi reciprocamente. Quindi la storiella che continuino a farlo per colpa nostra, cioè dell’occidente, cioè dell’America, soprattutto, è, appunto, una storiella. Si potrà dire che anche noi ci siamo ammazzati nei secoli. Vero, ma non mi risulta che abbiamo dato la colpa agli islamici o ad altri.

E’ vero, inoltre, che ci sono soggetti fra loro che sono stati armati e addestrati da noi. Dura lex, sempre vera, purtroppo: i nemici dei miei nemici sono miei amici. A volte si rivoltano? Capita. Ma chiedete a francesi, tedeschi o italiani se preferiscono combattere le guerre per interposta persona o preferiscono mandare in guerra i loro figli. Dura Lex, dicevo, che il politically correct alternativamente dimentica, o condanna.

Fra gli islamici, in particolare arabi, non c’è una sola vera democrazia. Vorrà dire qualcosa oppure no, se oggi, e da sempre, anche nel 2016 come nel 730, hanno bisogno di un capo bastone sanguinario, prete o militare che sia, che li tenga (relativamente) buoni?

Deposti Gheddafi, lo Scià, Saddam: il caos. Erano delle opportunità per entrare nel XX secolo. Sono invece diventate il revival del tribalismo o la restaurazione di teocrazie altrettanto sanguinarie, se non più, dei tiranni deposti.

Vogliamo tener conto di questi fatti nel ragionare? O vogliamo dar la colpa di tutto alle guerre di Bush? Dice qualcosa che a esecrare “l’esportazione della democrazia” siano gli stessi che in passato, e tutt’ora di tanto in tanto, inneggiavano all’esportazione della rivoluzione di marca sovietica? Soggetti che continuano a fare del Che un santino. Che ancora ti raccontano del paradiso di educazione e sanità che trovate a Cuba.  Che la colpa del fatto che Cuba sia fra i quattro paesi più poveri dell’America Latina è dell’embargo americano e non dei burocrati che seguono l’ideologia di una economia fallimentare.

“Occorrono analisi più approfondite di quelle lette in queste ore, per capire perché decidono di farsi saltare in aria per uccidere quanta più gente possibile”

Quanto all’approfondire i motivi per cui gente allevata e vissuta fra di noi si fa saltare fra gente innocente, uccidendo a caso donne, bambini, anziani, beh, francamente: ma davvero dobbiamo spendere fatica e soldi per questo? Non credo. Meglio spendere questi soldi e questa fatica nel dargli la caccia, e metterli in condizione di non nuocere più.

“E’ una guerra anomala”

E’ una guerra nuova ed anomala? Certo. Ormai da un paio di secoli, da quando fu inventata la mitragliatrice, le nuove guerre sono sempre anomale. E negli ultimi cinquanta anni la quasi totalità sono state guerre asimmetriche.

La verità e che ciò che rende difficile combattere questa, di guerra, è la perenne esibizione dei sensi di colpa e la incapacità di capire che a volte bisogna essere più feroci e determinati del nemico, se si vuole sopravvivere e non diventarne schiavi. La storia insegna. Ma noi europei siamo cattivi scolari.

“Dobbiamo aiutare l’Islam moderato e i germogli di democrazia che nascono nel mondo Islamico”

Forse sì, o forse no.  Però dissento sul fatto che dobbiamo aiutare a crescere questi germogli. Io sono scettico: mi limito a constatare che se vuoi essere libero, devi combattere tu per la tua libertà, non aspettare aiuti (che noi non abbiamo né ricevuto né chiesto quando è stata la nostra ora di combattere) o scappare e presentarti in casa altrui esigendo di essere accolto e accudito, più di quanto i governi che ti accolgono fanno per i loro cittadini.

Io mi rifiuto di considerami il guardiano del mondo. E mi rifiuto di pensare che sono obbligato a diventarlo per atrocità che sono comuni a tutta l’umanità, e che sono state commesse non solo dagli europei, ma da tutte le popolazioni del mondo. Lascio al Papa, e ai cattivi intellettuali occidentali, ansiosi solo di distruggere la nostra civiltà con altri mezzi, dopo aver fallito con il socialismo, di chiedere perdono per delitti che io non ho commesso.

L’uomo è stato, ed è ancora in larga parte, un lupo che viveva, e vive, dappertutto, non solo in Europa. Solo saltuariamente, qui e là, è riuscito a smettere di esserlo. Ma se è riuscito, lo deve a sé stesso, e lo ha conseguito con sangue, sudore e lacrime, per dirlo alla Churchill.

Non vedo per quale motivo dovremmo regalare le conquiste dei nostri padri. 

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