Reset – 3 – Il voto elettronico, come realizzarlo, i suoi vantaggi sul sistema attuale

di Mario Giardini

elezioniIl sistema di votazione. Va ripensato e modificato drasticamente. Siamo nel XXI secolo: nell’anno domini 2016, la tecnologia mette a disposizione degli elettori possibilità ignote appena vent’anni fa. Ad esempio: oggi puoi usare il tuo pollice, cioè la tua impronta digitale, come password per accedere al tuo smart phone. Oppure usare la tua voce, dettare un sms, e vedertelo trasformato in un testo.

Avete mai fatto un bonifico dal pc? Avete mai cambiato una prenotazione di un treno dal telefono mobile? Ecco altri due esempi: vi siete affidati ai mezzi attualmente disponibili per usare il vostro denaro e soddisfare una vostra necessità importante. E, probabilmente, continuerete a farlo anche in futuro, sempre di più.

Dunque: poiché siamo nel XXI secolo, per quale motivo mai si dovrebbe diffidare nell’utilizzare questi mezzi per altri scopi? Ad esempio, votare. La Pubblica Amministrazione li usa già abbondantemente, per la fiscalità, la giustizia, ecc. Perché no per votare?

Introdurre il voto elettronico (con la dovuta gradualità, diciamo in due legislature) sarebbe una logica conseguenza dei tempi.

Il primo e più importante vantaggio è che permetterebbe all’elettore di votare sempre, ovunque si trovi. Cioè di poter godere appieno di un suo diritto fondamentale.

Inoltre: si elimina la necessità del seggio, e dei relativi costi diretti ed indiretti, che ad ogni elezione si contano a centinaia di milioni di euro. Non è più necessario requisire le scuole, e limitare con ciò le ore di insegnamento, già in proprio molto poche. I brogli sparirebbero, semplicemente.

Sarebbe possibile conservare memoria di chi vota, e, volendo, anche di chi è stato votato da chi.

Ciò apre la possibilità alla sfiducia motivata durante il mandato (vedi Reset 1).

Come si potrebbe realizzare una simile cosa? Se nella mia “scheda” personale è memorizzato il nome del candidato che ho votato, ho la possibilità di, insieme diciamo al 20-40% degli elettori di quel candidato, chiedere un “referendum” sul candidato stesso, a verifica del suo operato. Al quale parteciperebbero solo gli elettori del candidato. Se sfiduciato, l’eletto verrà sostituito dal primo non eletto della sua lista. Se l’eletto riveste una carica unica, come quella del Sindaco, si convocano nuove elezioni.

Impossibile? Niente affatto. Tecnicamente, è possibilissimo. Lo dimostra il volume di transazioni fra cittadini e banche o Borse, fra banche e banche, ecc, che ogni giorno, a miliardi, vengono fatte.

Qual è il grado di sicurezza che avrebbe un sistema di votazioni elettronico? Risposta: la stessa che si accetta nel fare le transazioni sopra elencate.

D’altronde, l’attuale sistema non è esente da brogli, schede non conteggiate, conteggiate male, ecc. Ne facciamo esperienza ad ogni votazione. Perciò, il suo grado di sicurezza è scadente, perché il cittadino non ha la possibilità di controllare. A differenza di quanto si può fare con un sistema elettronico.

A chi dovrebbe il sistema affidare il controllo che non ci siano brogli? Questo è un punto centrale. Risposta: allo stesso cittadino.

In che modo? Ecco una impostazione logica di questa funzione del sistema, cioè una specifica di progetto, specifica sempre necessaria, e che non deve essere fatta da chi il sistema dovrà fisicamente realizzare, ma da chi il sistema dovrà utilizzare.

Immaginate che io voti x. Il sistema mi conferma che ho votato x. Poi, a chiusura del “seggio”, cioè della finestra di voto, il sistema mi conferma la somma dei voti di x (supponiamo che il totale sia y) e mi riconferma che il mio voto è stato conteggiato.

Ci sarà un numero y di cittadini che ha votato il sig. x, e la cui somma è pari ai voti di x.

Ho un sospetto di broglio? Decido di fare una verifica. Come la faccio? Il sistema mi permette di richiedere conferma diretta a tutti quelli che hanno votato il signor x di avere ricevuto la conferma del proprio voto. Se tutti gli elettori fanno il check, ogni elettore può verificare il proprio e l’altrui voto. E la cosa può essere fatta mantenendo un perfetto anonimato.

In altri termini: ho trasformato tutti i cittadini in scrutatori.

Naturalmente si può discutere come realizzare il sistema, quali servizi dovrà fornire, e come tali servizi, dal punto di vista tecnico, verranno implementati e manutenuti nel tempo.

Ma a me pare indiscutibile che non si possa rimanere, nel XXI secolo, aggiogati alla matita copiativa, alle schede elettorali di carta e agli spogli manuali.

segue

 

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