Bestiario – 19 – Compravendita di esseri umani

Etica, bimbi comprati e venduti, mamme, mercificazione del corpo femminile

GemelliSe si apprezzano ad alta voce le curve a punti ellittici di qualche signora sulla spiaggia o in un supermercato, riprovazione universale.

E’ vietato scherzare sulle femmine e sul sesso con le femmine, perché ormai è diventato sessismo.

Se un’azienda decide di pubblicizzare un suo prodotto e gli mette accanto un gran tocco di topa, con un culo da infarto e tette dritte come il Cervino, mercifica il corpo femminile. Ergo, rende la donna un oggetto che può essere comprato e venduto. Eticamente disprezzabile.

Strano mondo. Non si può vendere, comprare, o trafficare, con parti di sé stessi, cioè organi. E’ proibito comprare un intero essere umano adulto o vecchio, o anche bambino, perché, giustamente, non è uno schiavo.

Però è possibile ordinare un bambino e farselo consegnare appena nato. Tutto intero. Magari ancora bagnato dal liquido amniotico.

Non ci vuole poi molto. Vai da una femmina disponibile, versi qualche decina di migliaia di euro, consegni sperma allo specialista, et voilà: dopo nove mesi ritiri il pacco. Magari te lo fai recapitare in casa.

La femmina. Già. La mamma? No, in questo caso non è la Mamma. In questo caso è detta “portatrice”.

Chiamarla Mamma, come ognuno capisce, è ipocritamente vietato. In tutte le lingue: verbotten, forbidden, prohibido.

Perché si sa, le mamme non vendono i propri figli. Se lo fanno, finiscono in galera.

E, naturalmente, quelle che lo fanno potrebbero suscitare dubbi nei deboli di mente: ma che razza di mamme sono? E che razza di gente è quella che compra i loro figli?

Invece, ecco la magia geniale. Non sono mamme. No. Sono … portatrici. Molto azzeccato. Chiamarle fattrici sarebbe un po’ declassarle ad animali da allevamento. E riproduttrici, pure. 

Di cosa sono portatrici, non si dice. Evidentemente, queste portatrici producono i loro bimbi con qualche metodo avanzatissimo. Tale per cui il piccolo non ha bisogno di un utero materno per crescere e svilupparsi.

Cioè, non devono essere bambini come gli altri. Se lo fossero, tutti i bambini sarebbero commerciabili. No. Quelli delle portatrici non sono bambini. Devono essere qualcosa di differente. Per forza.

Non riesco a concepire mercificazione più atroce del corpo (e dell’anima, se ancora si può usare la parola) di una donna.

Ma in questi tempi progressisti questi sono dettagli. Sciocchezze cui l’Etica dei Tempi non può dedicare neanche uno sguardo frettoloso. L’Etica dei Tempi nostrani è tutta tesa a costruire gli Edifici dei DIRITTI delle tre I: Inviolabili. Irrinunciabili. Indiscutibili.

Dunque tutte le coppie, sposate o no, etero o no, hanno il DIRITTO con le tre I ad avere uno o più figli. Inviolabile diritto. Irrinunciabile diritto. Indiscutibile diritto.

E per garantire tale diritto in ogni circostanza, l’Etica delle tre I arriva a permettere l’acquisto di un bambino, fabbricato ad hoc, da una mamma volenterosa ed interessata assai.

Pardon, da una “portatrice” volenterosa ed interessata.

Al momento la cosa, cioè l’acquisto di un bimbo, da noi è vietata.

In altri paesi è invece permesso.

Sono certo che non ci metteremo molto ad allinearci con i paesi più “avanzati”.

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